Possibile che siamo in pochi a capire lo “stato delle cose ” del nostro paese?
Pubblico l’editoriale di Beppe Grillo uscito sul suo settimanale liberamente scaricabile cliccando qui.
<<I referendum li bocciano o li affossano.
Le proposte di legge popolare le
ignorano. Le consultazioni popolari,
come a Vicenza per la base americana
Dal Molin, le annullano. Le
manifestazioni, anche se autorizzate, le
gestiscono con le forze anti sommossa.
Il nucleare, bocciato dagli italiani, viene
imposto, di nuovo, con protervia fascista.
In Italia due cose non sono permesse.
Partecipare alla vita democratica e
essere onesti. Chi è onesto e vuole
anche partecipare finisce sotto una
lapide. E’ successo a centinaia di italiani.
In luglio si celebra il ventesimo
anniversario della morte di Ambrosoli
ucciso da Sindona, il protetto di
Andreotti. E Andreotti è ancora al suo
posto. Si commemora il diciassettesimo
anniversario della morte di Borsellino e
Falcone. E in Parlamento ci sono
senatori condannati per mafia. Di uno
parlò Borsellino nella sua ultima
intervista. Dell’altro si ricorda un feroce
attacco televisivo a Falcone. Si intitolano
piazze e vie a Craxi il latitante, il ladro, il
protettore di Berlusconi. E lo psiconano è
presidente del Consiglio. Tutto ciò
assomiglia a un incubo, a un mondo
rovesciato. La realtà è così incredibile
che impedisce di prenderla sul serio.
Anzi, viene da ridere, da sganasciarsi.
Come se non ci riguardasse. Più
introducono leggi liberticide, più ci
chiediamo dove possiamo arrivare. Qual
è la linea di confine. Il punto di non
ritorno. Siamo in caduta libera da un
grattacielo. Ad ogni piano tiriamo un
sospiro di sollievo: non era l’ultimo. E’
bello vivere senza pensare al domani. Si
è più leggeri, liberi, senza
preoccupazioni. Come in Paradiso, solo
che si è all’Inferno.>>
Aggiungo anche un altro articolo sempre uscito sul settimanale.
<<La pubblicità dovrebbe servire per
vendere. In Italia da vent’anni serve per
comprare. E’ un meccanismo semplice e
contorto. Tre frequenze nazionali su
quattro sono assegnate da tempo
immemore a un privato cittadino. Il
soggetto in questione è lo psiconano che
gode delle concessioni di Stato a
condizioni agevolate. Molto agevolate.
Per usarle paga l’uno per cento del
fatturato. E’ come dare in concessione
un nostro appartamento a qualcuno e
accontentarsi dell’uno per cento
dell’affitto che ne ricava. Solo uno
squlibrato o una persona che vuole
ottenere altre contropartite lo farebbe. Il
Governo D’Alema nel 1999 lo ha fatto,
con una legge ad hoc (pag. 32: legge
488, art.27 comma 9, del 23 dicembre
1999).
Il flusso di denaro ottenuto attraverso
Publitalia è stato immenso. Da Publitalia
è derivata Forza Italia. Una creatura
politica pubblicitaria. Che si è sviluppata
con le tecniche di persuasione e di
marketing della pubblicità. Un partito
azienda nato per salvare l’azienda e,
quindi, mantenere e aumentare il flusso
pubblicitario. Anni fa fu predetto che
l’Italia del futuro sarebbe stata plasmata
dalle televisioni e non dai partiti e dalle
ideologie. L’Italia di oggi è invece figlia
della pubblicità. Dei suoi meccanismi. La
pubblicità al potere.
Lo psiconano invita a non fare pubblicità
sui media catastrofisti. E’ come se
dicesse di fare pubblicità solo sui media
ottimisti che negano la verità economica.
In sostanza: i suoi. E’ un piazzista della
pubblicità in un momento di crollo della
pubblicità. Le imprese controllate dallo
Stato come l’ENI, le Ferrovie dello Stato,
l’ENEL pagano fior di capitali in
pubblicità. Quale investimento migliore,
dal punto di vista politico, di Mediaset, la
televisione commerciale del Presidente
del Consiglio? E’ un meccanismo
straordinario. Soldi di imprese pubbliche
finanziano una televisione commerciale
che sfrutta frequenze pubbliche
pagandole a prezzi di saldo. Soldi che
hanno consentito e consentono, la
permanenza al Governo del padrone di
quelle televisioni.
I soldi della pubblicità controllano la
politica, l’informazione, producono
l’omologazione di massa. Avviene in
modo indiretto, per questo non ce ne
rendiamo conto. Il punto di forza di
questo sistema marcio fino
all’impensabile è la pubblicità, usata
come merce di scambio e di potere. Un
riciclaggio di favori, un pizzo legale e
cercato. Non estorto, ma, anzi, offerto.
Una Repubblica Pubblicitaria non poteva
finire che con lo spot becero e triviale
che si svolge sotto gli occhi di un mondo
sbalordito. Loro non si arrenderanno mai
(ma gli conviene?). Noi neppure.>>
Questo invece è stato pubblicato sul blog di Beppe Grillo.
<<Il PIL dell’Italia nel 2009 secondo Tremorti diminuirà del 5,2%. Il debito pubblico intanto è salito a 1.752 miliardi di euro. In un anno è aumentato di 104 miliardi, di cui 89,6 negli ultimi cinque mesi. Acceleriamo. E perfino uno come Cardia, presidente della Vigilanza di Borsa, ha dichiarato che le imprese rischiano l’asfissia. Da inizio anno le entrate fiscali sono diminuite di 4,5 miliardi. Tremorti è tranquillo. Dopo la finanza creativa ha inventato il linguaggio creativo. Lui vede negli ultimi mesi: “segnali non negativi“. Preparate le pentole argentine.>>
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