L’incredibile legge sulle intercettazioni


Il decreto di legge sulle intercettazioni deve essere ancora approvato da Camera e Senato ma la bozza che si sta delineando è veramente qualcosa di aberrante che ha veramente dell’incredibile.

In attesa della proposta definitiva, provo a riassumerne i punti salienti:

1)      Intercettazioni.  << I magistrati potranno intercettare un indagato o una terza persona solo se ha a che fare con l’oggetto dell’indagine>>. << Ad autorizzare il pm non sarà più il gip ma il Tribunale. Per avere il suo ok il magistrato dovrà aver raccolto tali indizi come se fosse già a processo>>. << per intercettare “ci vorrà la stessa prova che ci vuole per condannare un imputato”.>>.

Cosa vuol dire tutto questo?

Che si potrà intercettare solo dopo aver trovato le prove, certe, che l’imputato ha commesso il reato. Ma le intercettazioni servono per trovare le prove, altrimenti sono inutili o no?

<< Ardue anche le intercettazioni ambientali>>.<< Le “cimici” si potranno piazzare soltanto nei luoghi dove “vi è fondato motivo” che si stia commettendo un crimine>>. Anche in questo caso si potranno mettere le cimici, solo dopo aver  provato che si sta commettendo un reato,e dunque a cosa serve mettere le “cimici” solo dopo? Anche le intercettazioni ambientali cosi come quelle telefoniche servono per trovare le prove di un reato e non servono dopo la “certezza” che si stà commettendo un reato.

La ciliegina sulla torta è rappresentata però da questo passo:

<< Se si intercetta, anche indirettamente, un onorevole sarà comunque obbligatoria l’autorizzazione della Giunta di Camera o Senato. >>

In questa maniera << il deputato o il senatore è già avvertito dell’indagine in corso, a differenza del comune cittadino e statisticamente ha ottime probabilità di essere salvato in Parlamento.>>

2)      Informazione.  << Divieto di pubblicare, anche per riassunto, gli atti processuali, non solo le intercettazioni, fino alla conclusione delle indagini preliminari. Quindi anche dopo uno, due anni. In particolare, per chi pubblica anche solo in parte atti o documenti di un procedimento penale è previsto il carcere fino a due mesi o un’ammenda dai due ai diecimila euro. Se si tratta di intercettazioni, carcere fino a due mesi, un’ammenda dai quattro ai ventimila euro e la sospensione dall’esercizio di una professione. Maxi multe per gli editori. Chi pubblicherà il contenuto o il riassunto di intercettazioni destinate alla distruzione perché penalmente non rilevanti, rischia fino a 3 anni di carcere.>>

In questa maniera verrà messo il bavaglio ai giornalisti che non potranno riportare nulla dei reati commessi se non dopo la conclusione delle indagini preliminari. I cittadini non sapranno le malefatte e le illegalità compiute dagli imputati, se non dopo mesi e anni (intanto rimarremo ignoranti e potremmo votarli, magari stringergli la mano e perché no andare anche a cena insieme).

3)      Privacy.  << chiunque “fraudolentemente effettui riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni”.>>.

Con questo punto, scordatevi gli smascheramenti di malefatte, soprusi, illegalità, ingiustizie da parte ad esempio di programmi televisivi come Striscia la Notizia e Report. Scordatevi soprattutto cari cittadini di smascherare ad esempio un estorsore registrando il momento della richiesta e della riscossione del pizzo, scordatevi cittadine di riprendere le richieste di prestazioni sessuali da parte del vostro ricattatore, scordatevi di riprendere la richiesta e la riscossione di una tangente.

  • Tutto questo in nome della sicurezza, della legalità, della libertà e dell’amore.

  • Questo è il Popolo delle Libertà.

  • Questa è la Lega Nord.

Queste sono le persone che governano il nostro paese.

Fonte: Il Fatto Quotidiano e l’Antefatto

Io sto con Marco Travaglio, dalla parte dei fatti


Su blog l’AnteFatto è cominciata una raccolta di firme in difesa di Marco Travaglio e della libertà di parola.

Riporto quanto pubblicato qui da Antonio Padellaro.

<<Contro Marco Travaglio è in atto un’aggressione violenta. A un cenno del capogruppo Pdl alla Camera, il piduista Fabrizio Cicchitto, che nel compilare la lista nera comprendente il Fatto, Santoro e il gruppo Repubblica-Espresso, lo ha definito “terrorista mediatico”, subito si è scatenata la canea televisiva. Da Porta a Porta, a Canale 5, a Omnibus il pestaggio di Marco si è sviluppato attraverso la falsificazione e la manipolazione di sue dichiarazioni rese dopo il ferimento di Berlusconi a Milano, in totale assenza di contraddittorio o con interventi tardivi quando ormai la scientifica azione diffamatoria era irrimediabile. I diffamatori e i picchiatori a libro paga sappiano che risponderemo colpo su colpo. A difesa della persona di Marco Travaglio a cui tutti i giornalisti del Fatto ribadiscono la loro più totale e affettuosa solidarietà. A difesa del suo diritto di fare giornalismo. A difesa dell’informazione e della democrazia di questo Paese, mai come oggi messa in pericolo dall’assalto dei nuovi squadristi.>>

Cliccate qui per firmare in difesa della liberà di parola.

Mai come in questo momento si deve essere numerosi contro la disinformazione di questi giorni.

Aggiungo alcune adesioni eccellenti che ho trovato particolarmente INFORMATIVE:

  • Dario Fo, premio Nobel: “Gli atti violenti nella storia sono stati quasi sempre opera   di squilibrati. Chi detiene il potere cerca disperatamente di trovare mandanti, anche quando non ci sono. E’ una tecnica: i nostri politici attaccano, disinformano e così facendo creano violenza. Le dichiarazioni di Cicchitto sono di una pesantezza incredibile, sono truci. Chi non è allineato con le dichiarazioni del capo diventa un terrorista. Siamo davanti a una curva pericolosa. Se veramente censureranno il Web e le piazze, con nuove “leggi speciali”, sarà un punto di non ritorno. Esprimo tutta la mia solidarietà a Marco Travaglio”.
  • Margherita Hack. astrofisica: “Le parole di Cicchitto sono il segno di una brutta deriva.   L’aggressione a Berlusconi è da condannare, ma se c’è una persona che in Italia ha instaurato il clima d’odio è proprio il premier: attacca continuamente i giudici, il presidente della Repubblica, i cittadini che non la pensano come lui, la Corte costituzionale. Costringe il Parlamento a fare leggi ad personam. Berlusconi merita la più profonda disistima. Io lo disprezzo perché lui disprezza le istituzioni. Ora il suo partito vuole tappare la bocca a Santoro e a Travaglio. E’ inaccettabile: conducono una campagna antidemocratica contro la libertà”.
  • Gad Lerner, giornalista: “L’ossessione che in questi giorni si avverte da più   parti, di collegare un atto violento e criminale subito da Berlusconi con la libera informazione mi fa pensare a Mussolini. A quando il Duce denunciava, negli anni Venti, di avere tutta l’informazione contro e che il suo partito fosse debole e aggredito. L’aggressione a Berlusconi va condannata, perché è un gesto deplorevole. Ma il tentativo di ricondurre tutte le voci ad una, il giornalismo libero al silenzio, ha un solo nome. Ed è totalitarismo”.
  • Antonio Tabucchi, scrittore: “Contro il capo dello Stato, la Costituzione, la magistratura, il   premier usa atteggiamenti eversivi. Approfittando di un deplorevole incidente, capitatogli per le mani di uno psicolabile, aizza i suoi contro la stampa libera. Il suo portavoce, già appartenente a una organizzazione eversiva, osa dare del terrorista a Marco Travaglio, uno dei giornalisti più coraggiosi che, con pochi altri, ha fatto luce sui rapporti tra il sistema berlusconiano e la malavita organizzata. È bene che costui sappia che sta andando oltre. Le misure democratiche dell’Europa non gli consentiranno, né noi gli consentiremo, di attuare le sue minacce”.

Fonte: l‘AnteFatto